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CARLO GIOVANNONI scolpisce il Cristo Deposto
CARLO GIOVANNONI nel suo Studio (1950)

FILMATI AMATORIALI A 16MM

Negli anni ’50 e ’60 Giovannoni si dedicò anche con un certo successo al cinema amatoriale a 16 mm.; come regista di numerosi cortometraggi a soggetto e documentaristici ricevette premi e riconoscimenti nazionali e internazionali (Ettaro di mare, Vigneti sommersi, Uomo solo, Gente nostra, Nicolino, L’ultimo approdo), questa esperienza arricchì la sua ricerca sulle luci e sui colori che ritroviamo nelle sue opere pittoriche e grafiche degli anni che seguirono.

[…] Da artista legato all’immagine, al valore che la singola “riproduzione” (o fotogramma, se si preferisce) può assumere, alla necessità che un particolare estratto dal contesto si appropri di un preciso significato, Giovannoni percorre con la “camera” sentieri e scalinate, fasce e tratturi, con la coscienza e la convinzione di chi ben sa di partecipare ad un rito consaguineo. Quello della verità che sta dietro l’obiettivo, che invoglia a ritrarre volti e luoghi nella loro semplice naturalezza, nella spontaneità di un gesto mille e mille volte ripetuto, nella ignorata fatica di un duro rapporto con un ambiente avaro.
I documenti che Giovannoni ha firmato, in stagioni ormai lontane, Nicolino, Gente Nostra o Un ettaro di mare, ci trasmettono sentimenti ed emozioni non certo invecchiati od appassiti. Momenti di vita, contadina o marinara poco conta, impastati di orgoglio e consapevolezza, virtù antiche di gente che esprime senza la necessità di parole un profondo legame con il territorio che la accoglie.
Con un bianco/nero tagliente, talvolta usato con la forza di un’incisione, Giovannoni costruisce un ampio racconto a più personaggi che a distanza di decenni mantiene integra quella sua forza “del comunicare” che all’epoca venne giustamente avvertita da chi ad un cinema estraneo al commercio chiedeva non il piacevole disimpegno, la “vacanza”, bensì rigore di ricerca e personali motivazioni. [….]
Da ‘Protagonista la verità’ prof. Claudio Bertieri (Critico dell’immagine) – 2004

ULTIMO APPRODO (anni ’50/’60)
NICOLINO (anni ’50/’60)
GENTE NOSTRA (anni ’50/’60)
UOMO SOLO (anni ’50/’60)
ETTARO DI MARE (anni ’50)

Regia di Carlo Giovannoni, colore, sonoro originale. Documentario sul lavoro dei mitilicultori di Fossamastra La Spezia con la partecipazione dei mitilicultori.

BORGHI SALMASTRI, (Portovenere, fine anni ’50)

A poco più di dieci anni dalla fine della guerra c’è in tutti la voglia e la necessità di riprendere la propria Vita. Portovenere, con le sue varie bellezze e così nel cuore dell’autore, il luogo ideale per questo racconto in immagini.

INCONTRO DI ARTISTI A BARDONECCHIA • anni ’60

Carlo Giovannoni partecipa nella duplice veste di pittore e appassionato cineamatore. E’ rimasto così questo interessante ricordo. Tra i partecipanti si possono riconoscere il pittore scultore Sandro Cherchi con la moglie, la pittrice Mary Morgillo, il pittore Giuliano Tonelli con la moglie e Guido, oggi illustre scienziato, Carlo Giovannoni e famiglia ed altri protagonisti.

ESTEMPORANEA A MANAROLA – VIII Festa dei Pittori, 17 agosto 1960.

Regia e riprese di Carlo Giovannoni, documentario, colore.
La “Festa ai pittori” (non la festa dei pittori come hanno sempre voluto precisare gli organizzatori) nasce nell’agosto 1953 a Manarola delle Cinque Terre per iniziativa del Circolo “Curiel” e con l’entusiastico patrocinio personale dell’indimenticato Dario Cappellini, limpido scrittore e rigoroso pubblico amministratore proprio nel settore della cultura. La “Festa” si afferma subito, per freschezza e originalità organizzativa, come un’estemporanea di prima categoria: non a caso vi partecipano i più affermati e collaudati pittori della provincia della Spezia e della Liguria ma anche pittori di altre regioni, vicine e lontane.
Carlo Giovannoni è fra i primi ad aderire divenendo ben presto, sia come pittore sia come operatore fotografico e della macchina da presa, un personaggio fondamentale. Molte amicizie artistiche di Giovannoni nascono proprio a Manarola: con Ruggeri, Zoni, Gandini e Leonardi, Mario Ciucci, con alcuni artisti partenopei che poi torneranno come “Gruppo di Portici”, e soprattutto con il grande Renato Birolli (quest’ultimo morrà il 3 maggio 1959) ed a lui è dedicato lo struggente, affettuoso finale del film.
I documenti filmici di Giovannoni sono testimonianza di una capacità tecnica e di una vasta cultura delle arti (non dimentichiamo anche la sua passione per la musica e per il violino in particolare) che lo fa definire artista a tutto campo oltre che a tempo pieno, autentico professionista ricco di valori morali e di onestà intellettiva.
(Ferruccio Battolini)