BIOGRAFIA

CARLO GIOVANNONI (1915-1997)

Carlo Giovannoni nacque a La Spezia nel 1915 e iniziò la sua attività artistica da autodidatta.
A soli quattordici anni divenne allievo presso la “bottega” del maestro scultore Angelo Del Santo e vi rimase fino alla morte del maestro avvenuta nel 1938.
Negli anni Venti e Trenta realizzò le prime sculture in creta e in gesso, più proiettate verso il futurismo che il tardo-liberty insegnato da Del Santo, come testimonia un’interessante scultura in bronzo del 1934 Pugilato. Iniziò l’attività espositiva nella metà degli anni Trenta, nel 1935 partecipò alla rassegna nazionale “Sogni di madre” (Genova), alla Mostra dei Giovani a Palermo, nel 1937, alle sindacali interprovinciali genovesi (1938, 1939), Mostra degli artisti italiani in armi (1942).
Nel dopoguerra l’attività plastica si affiancò sempre più frequentemente a quella pittorica, ma mentre in questa nel 1948 diede vita a La Spezia al “Gruppo dei Sette” (1948-1952) insieme ad altri artisti spezzini quali Gino Bellani, Giancarlo Carozzi, Guglielmo Carro, Vincenzo Frunzo, Bruno Guaschino, e Giacomo Porzano, e in questo ambito produsse opere che potremmo definire “di astrazione variamente naturalista”, le sue sculture sembrano risentire solo marginalmente di queste esperienze perché molto radicate al tema della figura anche se una qualche semplificazione astraente la si può riscontrare in opere di allora e, alternativamente anche in periodi successivi, ad esempio: La Famiglia (1949), L’Incontro (1973), Contadini (1975).
Da quegli anni in poi partecipò ad una serie d’importanti mostre nazionali e internazionali: ad esempio nel 1949 Mostra Nazionale d’arte contemporanea ad Asti a fianco di illustri artisti quali Mario Sironi, Roberto Crippa, Renato Birolli, Felice Casorati, Giorgio Morandi, Alberto Burri. – Mostra Intenazionale “Pemio Costa”(Genova) – Mostra Nazionale di Ravenna – VI Quadriennale di Roma (1952), dal 1948 al 1958 Mostra Nazionale “Golfo dei Poeti” La Spezia, Nazionale “Premio Modigliani” Livorno 1956 e 1957, Quadriennale Nazionale di Torino (1968) e 127° Esposizione Arti Figurative Torino (1969).*
Nel 1959 Giovannoni costituì insieme a Carlo Calogero Datola, Rino Mordacci, Angelo Prini il “Gruppo La Spezia” ed espose con loro a Lugano. Sono quelli gli anni in cui fu più intensa la sua ricerca pittorica nel campo dell’astrattismo è di quegli anni una sua dichiarazione:
“…cerco così di raggiungere, attraverso un costante rapporto tra colore, luce, forma ed architettura del quadro una visione dell’invisibile e dell’indistinto, senza cadere nei fronzoli narrativi, senza parole roboanti, con un linguaggio stringato, di buon gusto e, possibilmente, intelligente”.

Carlo Giovannoni • Scultore e Pittore

Negli anni ’50 e ’60 Giovannoni si dedicò anche con un certo successo al cinema amatoriale a 16 mm.; come regista di numerosi cortometraggi a soggetto e documentaristici ricevette premi e riconoscimenti nazionali e internazionali (Ettaro di mare, Vigneti sommersi, Uomo solo, Gente nostra, Nicolino, L’ultimo approdo), questa esperienza arricchì la sua ricerca sulle luci e sui colori che ritroviamo nelle sue opere pittoriche e grafiche degli anni che seguirono.
Contemporaneamente proseguì il suo lavoro di scultore e dagli anni ’60 in poi creò numerosissime opere in legno. I temi ricorrenti di questa ricerca sono stati: uomini e cavalli, maternità, figure. Significativa e particolarmente ispirata la sua arte religiosa: Cristo deposto (Chiesa N.S. della Salute La Spezia), La Via Crucis e l’Altare (Chiesa di San. Bernardo La Spezia), Il Sacro Cuore (Chiesa di Gaggiola) e molte altre collocate in altre chiese.
Fondò nel ’68 con altri colleghi la galleria d’arte Il Gabbiano e lì per un ventennio ebbe modo di proporre le sue opere.
Gli anni ’70 e ’80 lo vedono protagonista di molte mostre personali e collettive nazionali e internazionali nella pittura alterna momenti figurativi a momenti astratti e questi passaggi li espresse anche nella sua vasta produzione grafica (disegni a china e chine colorate, tecnica mista dove i soggetti sono quelli di sempre: paesaggi marini, figure e cavalli.
Hanns Theodor Flemming critico d’arte del DIE WELT in occasione della Mostra all’Atelier Mensch (1974) ebbe a scrivere: “Carlo Giovannoni ha uno spiccato virtuosismo, i suoi temi spesso rappresentano motivi di cavalli e cavalieri che l’uomo vuole dominare. Queste chine colorate dal grafismo che contorna l’insieme e le varie sovrapposizioni dei colori a china alternati a volte dalla tecnica a spruzzo, danno all’opera un’efficacia di valido effetto mettendo in evidenza la sua notevole e spiccata bravura. Nei suoi quadri la tematica e la forma si muovono nell’ambito tra i classici e le più note espressioni moderne, esprimendo dinamica di movimento e una vivacità elettrizzante all’opera”.
All’inizio degli anni ’90 la sua operosità subì un rallentamento dovuto all’inizio di una lenta e inesorabile malattia, ma l’amore per il suo lavoro lo portò a preparare ancora due mostre importanti l’Antologica a Pignone nel 1992 e Scultori in Liguria nel secondo ‘900 a Santa Margherita Ligure nel 1995. Con la partecipazione all’Art Expo di New York nel 1995 uscì definitivamente di scena.
Muore a La Spezia nel dicembre del 1997.
Nell’agosto del 2001 il Comune di Sarzana (La Spezia) gli ha dedicato una retrospettiva allestita nel prestigioso e storico Palazzo Civico con una rassegna di opere del periodo “Gruppo dei Sette”, l’astratto degli anni ‘50-‘60-’70, grafica e le sculture più rappresentative in bronzo.
Nell’aprile 2004 la famiglia con la collaborazione dell’Ente Parco delle Cinque Terre e con il prezioso contributo della popolazione riuscì ad allestire in contemporanea due esposizioni: nell’ Oratorio di Manarola e nel Castello di Riomaggiore.
Grande successo di pubblico ebbero anche le proiezioni di filmati (oggi preziose testimonianze) che Giovannoni girò negli anni ’50 e ’60 in quelle località, allora pressochè sconosciute, e dove quasi quotidianamente fu presente come cineamatore e come pittore già intuendone la preziosità e la unicità.